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Urgenze… aiuti per una famiglia di Gaza

Ci sono urgenze inderogabili.

Possono riguardare situazioni vicine a noi oppure situazioni lontane da noi, ma restano ugualmente drammatiche.

Abbiamo deciso di rispondere ad una di queste, una tra migliaia, ma è quella che ci siamo ritrovati sulla nostra strada, quella che un socio di Mesa, Francesca Ghirardelli , ci ha mostrato, ci ha raccontato, ci ha spiegato.

È quella di una famiglia a Gaza, una delle tante purtroppo, la cui urgenza si chiama fame, freddo, protezione.

La famiglia è numerosa, 40 persone, molti bambini, molti anziani. per capire l’urgenza della famiglia bisogna immaginare le bombe, la devastazione, l’annientamento della propria casa, dei propri affetti, delle proprie cose. Bisogna entrare in quella dimensione a noi così lontana che è la guerra e tutto ciò che si porta appresso, non sono solo lutti, ma è fatica quotidiana per cercare di sopravvivere anche quando le bombe non cadono più. Negli spazi vuoti tra un combattimento e l’altro restano a farti compagnia i problemi quotidiani, bisogno di vestiti caldi, bisogno di cibo immediato, bisogno di una tenda che ti protegga dalla pioggia, dal vento, che sia riparo e parvenza di casa.

Abbiamo incontrato, attraverso Francesca, una donna che è riuscita a fuggire al Cairo qualche mese fa. È stata lei a raccontarci la drammaticità di quanto stanno vivendo a Gaza, ogni giorno, i suoi parenti rimasti là. È stata lei a raccontarci i bisogni, i costi enormi per l’acquisto di beni e di cibo, di acqua potabile. Ci ha mostrato le foto e i video di quella situazione terribile.

Le mute testimonianze di una sofferenza quotidiana che si perde dentro i numeri della guerra, i giorni, gli attacchi, le perdite, i costi, le avanzate, le ritirate. Come se la guerra fosse una partita dove civili, bambini, donne, uomini sono solo comparse, effetti collaterali, sacrificabili.

Noi abbiamo provato a fare un post mettendo nome e cognome della famiglia mettendo le foto, ma la persona al Cairo ci ha chiesto di evitare, di risparmiargli almeno l’umiliazione di essere denudati di fronte al mondo di ogni cosa, di essere mostrati come animali in gabbia, dentro quella gabbia enorme che si chiama Gaza.

Così abbiamo deciso di fare un altro post dove le foto e i nomi non comparissero, per provare a dare la nostra forma di protezione che, se non può essere dalle bombe, può almeno garantire il rispetto.

Lo abbiamo fatto per chiedere aiuto per sostenere questa famiglia. Basta poco, bastano pochi spiccioli. Quello che spenderemmo per un aperitivo può dare la possibilità a questa famiglia di acquistare una tenda per proteggersi dal freddo, dei teli di plastica per la pioggia, del cibo per sfamare i propri bambini. A noi servirà a superare quel senso di impotenza che ci attanaglia che ci rende solo spettatori di uno spettacolo indegno dove ogni giorno civili inermi vengono massacrati.

In questo periodo possiamo sprofondarci sui divani ubriacati dalle girandole di luci, dai panettoni, dai pranzi abbondanti e la ricerca di un regalo inutile, oppure possiamo alzare lo sguardo e vedere ciò che ci sta accanto, e non importa se questo accanto si chiama vicino di casa o si chiama Gaza o si chiama Sudan o Ucraina, o qualsiasi altro luogo dove innocenti stanno subendo la follia della guerra. Allora il senso del Natale diventa partecipazione, diventa reazione, diventa non lasciar fare, diventa non un voltarsi dall’altra parte, diventa accoglienza, diventa preoccupazione, cura, sostegno, interesse e per chi crede, preghiera.

Non si tratta di un progetto a medio o lungo termine, si tratta di intervenire subito e dare i mezzi per una sussistenza immediata. Ecco l’urgenza. Tutto costa molto quando manca tutto. L’unico mercato e quello della borsa nera dove le cose non valgono per quello che sono ma per il bisogno che soddisfano. Per cui un sacco di farina da 25 chili arriva a costare 100 dollari, così come un vestito invernale.

I fondi raccolti verranno inviati alla persona al Cairo che provvederà a farli avere alla famiglia.

Se volete sostenere questa famiglia:

PayPal : mesapopular21@gmail.com

Banca Etica: IT 25 W 05018 111000000 17032970

Causale : Gaza

Grazie a tutti 🙏🌄🌎❤️


Aggiornamento 29/12/2024

Per la famiglia a Gaza sono stati spediti i primi 890 euro, frutto della solidarietà di molte persone che hanno voluti esserci.

A Gaza è un inferno e manca tutto, questa raccolta è solo una goccia lo sappiamo bene , ma sappiamo anche che questa goccia e intrisa di amore, cura e speranza e qualche piccola differenza potrà farla.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato con donazioni che permetteranno alla famiglia l’acquisto di cibo, vestiti pesanti e teli per proteggersi dal freddo e dalla pioggia .

Francesca Ghirardelli ha spedito i soldi alla persona della famiglia che vive al Cairo che provvederà a farli avere ai parenti intrappolati a Gaza.

Grazie di 💕

Costruiamo ponti di pace 🏳️‍🌈🏳️‍🌈🏳️‍🌈

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