A Rijeka arrivano decine di persone ogni giorno, i volontari curano, ascoltano, sfamano trovano soluzione, cercano rimedi.
Abbiamo consegnato parte di quanto raccolto negli ultimi giorni, scarpe, medicine, magliette, pantaloni, ma anche peluche per i bimbi, sapone, shampoo
Tutto serve, tutto manca e finisce presto, i bisogni sono enormi .
Ogni persona una storia, un viaggio, un sogno , una speranza , ogni corpo una ferita da curare, un dolore da alleviare, ogni mente mille domande, tutte uguali…
che sarà ora?? Come funzione l’accoglienza in Italia, in Germania, in Francia??
Come faccio ad avere documenti, un lavoro,??
Ogni progetto resta un immenso vaso pieno di interrogativi e di speranze e si ripetono gli ..inshallah… inshallah ….
Stringiamo mani, parliamo, ma soprattutto ascoltiamo queste anime alla ricerca di un posto sicuro e dignitoso dove poter vivere ….
Ci sono ragazzi, uomini, ragazzini di 16/17 anni in viaggio da 3 verso questo sogno europeo diventano giorno dopo giorno sempre più faticoso e doloroso.
Sono tutti afgani, tutti lavoravano o studiavano prima dell’arrivo dei talebani, ora, fuggiti in poco tempo, restano inchiodati sulla rotta balcanica immaginando un futuro e ricordando i parenti, gli amici, i padri, le madri, i figli lasciati in Afganistán .
C’è anche una famiglia con due bimbi piccoli, uno di sei mesi e l’altra poco più grande . I bambini giocano, piangono, ridono cone tutti i bimbi, seduti sopra dei cartoni al riparo dal sole sotto le piante . Sorride la mamma , ringrazia per la fascia con cui porterà il piccolo, per le salviettine, per i vestitini per i bimbi,
Ha un viso dolce, quasi sereno, ma immaginiamo tutta la sua preoccupazione, tutta la sua fatica, tutti i pensieri , tutta la disperazione.
È tardi, lasciamo Rijeka, andiamo verso la Bosnia, lungo questa rotta che spacca il cuore e da cui si alza un ‘unica voce … APRITE I CONFINI!!!!
…qui sotto i preparativi prima della partenza:
